domenica 12 marzo 2017

Ugly Lies the Bone al National Theatre


L'ultima fatica letteraria della drammaturga Lindsey Ferrentino ha aperto da poco i battenti al National Theatre, diretta da Indhu Rubasingham. Dopo i suoi successi nel ruolo di Medea e Goneril, la brava attrice Kate Fleetwood si cimenta in un altro ruolo impegnativo, quello di una veterana ustionata.

Jess è tornata sfigurata dall'Afghanistan, coperta da ustioni di terzo grado e senza nessun lavoro. La dolce sorella Kalcie si prende cura di lei al meglio delle sue capacità, ma Jess fa fatica ad abituarsi alla nuova vita, anche perché non sopporta il futuro cognato Kelvin ed il suo ex Stevie si è sposato. Per rendere il dolore più sopportabile e non renderla una morfinomane, l'esercito le offre di sperimentare una terapia con realtà virtuali sviluppate per lei e Jess si trova a scegliere tra la squallida realtà e un mondo di fantasia. 

Le premesse del dramma della Ferrentino sono anche interessanti, ma sviluppate in un modo che non fa mai brillare il potenziale dell'opera. La struttura incredibilmente ripetitiva (una scena nel mondo reale, una in quello virtuale, un'altra nel mondo reale e così via) non aiuta ad appassionarsi alla vicenda, ma il vero problema è che il dramma non ha una direzione. La storia si srotola davanti a noi, non annoia, ma nemmeno avvince. Alla fine dei novanta minuti, l'unico argomento davvero trattato sono le sofferenze di Jess: la terapia del mondo virtuale ha fallito, quindi la realtà è tutto quello che le rimane. E' difficile dire dove il dramma voglia andare a parare se non, forse, nella scena finale: la mamma di Jess, affetta da demenza senile, la riconosce immediatamente nonostante le ustioni e l'assenza prolungata, una riprova per la protagonista che la sua vera essenza non è stata consumata dalle fiamme.

Kate Fleetwood è Jess


Kate Fleetwood è molto brava nel ruolo di Jess e investe ogni piccolo movimento con tutto il dolore che l'ustionata deve sentire: si muove a scatti, come una marionetta, e vive negoziando dolore e rabbia. La Fleetwood si è sempre dimostrata un'attrice intensa e ora dimostra con la sua fisicità di essere capace di andare oltre: è un ruolo che richiede molto a un'attrice e lei supera la prova a pieni voti. Molto brava anche Olivia Darnley nel ruolo di Kalcie, la sorella premurosa e non particolarmente sveglia, e Ralf Little in quello del vigliacco (ma di buon cuore) ex fidanzato Stevie. Ruba la scena Kris Marshall nel ruolo della simpatica canaglia Kelvin, un inguaribile finto invalido che vive di sussidi e vuole sinceramente aiutare Jess. Brava anche Buffy Davis che, nel ruolo della mamma di Jess e Kalcie, è la protagonista del momento più spontaneo e meglio riuscito della serata.


Il vero protagonista è l'aspetto tecnico, con la suggestiva scenografia di Es Devlin e le stupende proiezioni di Luke Halls. Le due lavorano in stretto contatto per creare un mondo che è "altro", un mondo virtuale incredibilmente realistico e uno reale  spaventosamente onirico. Questi aspetti devono aver richiesto molte attenzioni, sforzi e fatica, peccato che non sia stata presentata altrettanto attenzione al dramma di per sé. E questo perché Ugly Lies the Bone è un'opera anche interessante, ma che non dice nulla su nessuno dei temi che affronta.

In breve. Dramma mediocre in cui l'aspetto visivo è migliore di quello emotivo.

½

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