venerdì 17 marzo 2017

Project Polunin al Sadler's Wells Theatre


Salutato come il più grande ballerino della sua generazione, Sergei Polunin è l'enfant terrible del balletto: diventato solista del Royal Ballet a soli diciannove anni, a ventuno ha lasciato la Royal Opera House perché sentiva che l'artista in lui stava morendo. Dopo aver partecipato a diversi progetti in tutto il mondo ed essere diventato famoso su YouTube grazie al video in cui danza sulle note di Take Me To The Church, Sergei ha fondato il Project Polunin nel 2015, per far avvicinare la gente alla danza. Per una settima soltanto, Sergei è tornato a Londra per calcare uno dei più rinomati palchi della danza moderna, il Sadler's Wells Theatre. Accanto a lui c'è la fidanzata, l'ottima ballerina russa Natalia Osipova. Il Project Polunin presentato al Sadler's si compone di tre parti, composte e coreografe da artisti diversi.

Apre la serata Icarus, the Night before the Flight, un breve balletto musicato da Sergei Slonimsky e coreografato dalla leggenda vivente della danza classica che è Vladimir Vasiliev. Debuttato al Bolshoi nel 1971, Icarus è uno di quei precisissimi balletti sovietici che preferiscono la tecnica al sentimento: la notte prima del suo celebre volo, Icaro è tentano dall'amata Aeola a rinunciare alla sua avventura a favore di una vita tranquilla insieme a lei. Dopo un tormentato pas de deux, Icaro rifiuta rabbiosamente le proteste di Aeola e si prepara al volo. Dalla durata di soli quindici minuti, Icarus è sicuramente il pezzo migliore della serata e, anche se la musica non è eccezionale, permette a Polunin e all'Osipova di mostrare il  loro grande talento come solisti e come coppia. In particolare, Polunin sfoggia brevemente la sua grande tecnica, espressività e potenza nello scatto di Icaro: quella di Sergei è una performance rapidissima, tecnicamente perfetta ed incredibilmente espressiva. Vasiliev ha anche saputo sfruttare al meglio l'eccellenza di Polunin nella fase "aerea" dei suoi movimenti: si libra leggero molto in alto e i suoi meravigliosi sauts de basque e tours en l'air l'hanno reso famoso già dai tempi in cui, giovanissimo, danzava con il Royal Ballet.

Icarus

A Icarus segue Tea or Coffee, coreografato da Andrey Kaydanovsky, un pezzo ironico e sinisto che sembra essere molto ispirato dal Cafe Muller di Pina Bausch. Il confronto con la Bausch serve solo a dare un'idea, c'è un abisso tra i lavori della coreografa tedesca e questo trascurabilissimo pezzo. Fiocamente (anche troppo fiocamente) illuminato da Richard Howell, il balletto vede quattro danzatori creare una scena grottesca e vagamente minacciosa: il progetto è mediocre, ma i ballerini - Alexey Lyubimov, Valeria Mukhanova, Anastasia Pershenkova e Evgeny Poklitar - sono ottimi.

A questo sfortunato interludio segue quello che dovrebbe essere il pezzo forte della serata, un balletto più lungo e sostanzioso musicato da Ilan Eshkeri e coreografato dallo stesso Polunin: Narcissus and Echo. Purtoppo, è proprio il terzo atto a dare il colpo di grazia alla struttura che Tea or Coffee ha contribuito a indebolire. Il programma di sala ci informa che il balletto vuole offrire una riflessione sul narcisismo della società moderna e il messaggio ci viene non troppo sottilmente fatto recepire con i selfies di Polunin proiettati nello stagno. Più che una critica sociale, il balletto sembra mettere in mostra il narcisismo del suo protagonista e coreografo: la partitura è davvero bella, ma quello che lo spettatore si trova davanti è pura vanità di dubbio gusto. Il balletto comincia con Polunin che si pavoneggia in mezzo ad altri giovinetti tebani (i bravi Shevelle Dynott, Alexander Nuttall, Daniele Silingardi e Alejandro Virelles) in mezzo a una scenografia onirica e con costumi che sembrano essere usciti da un incubo pastorale del diciannovesimo secolo.

Polunin e Daniele Silingardi

I giovani Tebani si addormentato e le ninfe (Alexndra Cameron-Martin, Maria Sascha Khan, Adriana Lizardi, Callie Roberts e Hannah Sofo) danzano tra loro, guidate dalla bella Eco (Osipova). I giovani si svegliano e scorgono le ninfe, con cui danzano in un movimento che mette in luce una mancanza di prove. Alla fine, restano solo Polunin e l'Osipova, che danzano un acrobatico pas de deux finché Narciso non la rigetta, danza disperamente intorno allo specchio d'acqua e alla fine ci si abbandona detro. Non c'è che dire, Polunin si è davvero cucito il ruolo addosso, per evidenziare la sua bella figura e le sue doti "aeree", qui messe in mostra in abbondanza (fanno sempre il loro effetto, anche se gli atterraggi non sono sempre perfetti). Ma, come dicevo prima, Poluni finisce vittima della propria vanità (autocoreografarsi non è mai una buona idea) ed il suo assolo diventa ripetitivo, trascinato e noioso. La vera stella del terzo atto, e di tutta la serata. è Natalia Osipova: la sua grazie, precisione tecnica e i sentimenti che porta in scena surclassano il virtuosismo un po' vuoto del fidanzato e la confermano tra le migliori ballerine del momento.

Natalia Osipova

Per essere il Polunin Project, c'era decisamente poco Polunin: l'Icarus è il pezzo in cui è più presente, ma scompare per tutta la durata di Tea or Coffee e passa metà di Narcisus addormetato su Giove (non sto scherzando). L'Osipova è l'indiscussa protagonista del Narcisus e ruba la scena come solo una stella di grande talento sa fare. Polunin è un grandissimo ballerino che ha un terribile bisogno di materiale al suo livello: sprecare il suo talento con progetti autoindulgenti non è solo un peccato, ma anche un pericolo, come dimostrano le sporcature tecniche che lo tradiscono in Narcisus. Forse dovrebbe rinunciare all'aria d'artista maledetto, compiere un atto di umiltà e tornare a danzare in una compagnia. Perché, se la serata ha dimostrato qualcosa, è che Polunin è indiscutibilmente un grande artista, ma uno che ha ancora bisgono di guide e di struttura.

In breve. Due grandi artisti mettono in mostra il loro indiscutibile talento in una serata che alterna pezzi discreti ad altri decisamente mediocri.

★★★

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