sabato 1 aprile 2017

Half a Sixpence al Noël Coward Theatre


Cameron Mackintosh, produttore di successi come Les Misérables, non ha perso il suo tocco di Mida e, con l'aiuto di un nuovo e talentuoso team creativo, ha dato nuova linfa a un vecchio musical. Half a Sixpence debuttò a Londra nel 1963 come veicolo per il talento di Tommy Steele: il musical, scritto da David Heneker e Beverley Cross, fu un successo da oltre settecento repliche, debuttò anche a Broadway e divenne un film. Julian Fellowes, sceneggiatore di Downton Abbey, ha dato una bella rispolverata al libretto e con  le nuove canzoni di George Stiles e Anthony Drewe Half a Sixpence è tornato a intrattenere le platee londinesi. Il vero merito di questo revival è quello di aver portato alla ribalta Charlie Stemp che, nel ruolo che fu di Steele, regala una performance carismatica e luminosa.

Arthur Kipp, orfano e sfruttato impiegato in un lussuoso negozio di tessuti, eredita improvvisamente una vasta fortuna e si ritrova suo malgrado nell'alta società. Arthur è un ragazzo semplice e di buon cuore a cui le regole e l'ipocrisia degli aristocratici vanno un po' stretti, ma almeno riesce a fidanzarsi con la donna dei suoi sogni, Helen Walsingham. Ma la famiglia di lei vuole usare il fidanzamento per impadronirsi dei soldi di Arthur e trema quando Ann Pornick, una vecchia amica d'infazia, ritorna nella vita di Kipp...

Half a Sixpence è una commedia piacevole che, pur con un certo manicheismo, presenta un divertente ritratto dell'Inghilterra edoardiana. Certo, non è una storia particolarmente originale e dal momento in cui Ann entra in scena sappiamo tutti che Arthur lascerà il nuovo mondo dell'alta società per tornare a delle radici più semplici e genuine. Prevedibilità a parte, il musical è simpatico e conta inevitabilmente sul pubblico per funzionare, soprattutto nei momenti in cui la trama si assottiglia: è uno spettacolo che non va visto con spirito critico, ma per quello che è, una vecchia commedia musicale che vuole intrattenere senza pretese. La colonna sonora non è particolarmente memorabile, ma i pezzi originali e quelli scritti appositamente per questa produzione si amalgano bene ed entrambi i compositori hanno una buona freccia nella loro faretra: Flash Bang Wallop per David Heneker e Pick Out a Simple Tune per George Stiles.

Devon-Elise Johnson e Charlie Stemp

La vera spina dorsale del musical sono le ottime coreografie di Andrew Wright, splendidamente eseguite da un cast spumeggiante che indossa gli eleganti costumi edoardiani di Paul Brown. Non c'è che dire, l'aspetto estetico è curatissimo e le scene del party all'aperto con l'aristrocrazia che sfoggia bellissimi abiti bianchi ricorda l'iconica scena all'ippodromo di My Fair Lady. Tanta cura del dettaglio andrebbe sprecata se il cast non fosse all'altezza delle aspettative, ma fortunatamente non è così. Charlie Stemp è favoloso nel ruolo di Arthur, uno splendido ballerino che si destreggia tra tip tap e piroette perfette. Stemp ha anche una bella voce e, soprattutto, un naturale carisma e simpatia che lo rendono il beniamino del pubblico dal momento in cui entra in scena. E' lui la carta vincente della produzione e l'elemento che tiene il pubblico incollato alla poltrona anche quando la trama si riduce al minimo.

Charlie Stemp ed Emma Williams

Ottime anche le sue co-protagoniste, Emma WilliamsDevon-Elise Johnson. La Williams è uno dei più grandi talenti del West End ed è un peccato vederla relegata in un ruolo insignificante: interpreta l'aristrocratica Helen, una parta non troppo sviluppata dal libretto e che rimane spesso sullo sfondo. Ma Emma fa decisamente un ottimo lavoro con il poco che le è stato dato e la sua voce è sempre fantastica nei duetti con Stemp. Devon-Elise Johnson è Ann, l'amica di infanzia di cui Arthur si innamora, e l'attrice fa un buon lavoro nel portare in scena questo personaggio simpatico e sbarazzino. Bravi nei ruoli minori anche Ian Bartholomew (Mrs Handerson Presents) nella parte di Chitterlow, l'amico commediografo di Arthur, e Vivien Parry in quello dell'avida madre di Helen.

In breve. Una piacevole commedia musicale, elegante e ben coreografata, che spicca per l'ottima performance di Charlie Stemp.

★★★½