sabato 4 marzo 2017

Speech & Debate ai Trafalgar Studios


Il drammaturgo Stephen Karam ne ha fatta di strada nei dieci anni dal debutto di Speech & Depate, basti pensare che l'anno scorso il suo dramma The Humans ha vinto il Tony Award alla miglior opera teatrale. I Trafalgar Studios hanno scelto di usare la loro sala più piccola, lo Studio 2, con appena cento posti, per ospitare il debutto europeo di Speech & Debate.

Salem, Oregon. Solomon, Howie e Diwata sono dei ragazzi all'ultimo anno delle superiori, senza amici e con tanti desideri frustrati. Quando Diwata viene respinta alle audizioni del musical della scuola e a Solomon viene impedito di pubblicare un articolo sulle contraddizioni dei repubblicani, i due si incontrano nella squadra di dibattito della scuola. Dopo aver scoperto che un insegnante aveva provato ad abbordare Howie in una chat gay, i due cominciano ad indagare e Diwata trova un modo per ottenere finalmente quello che vuole: aiuterà Solomon ad indagare solo se lui e Howie preparenno con lei una performance che metta in mostra il suo talento.

Speech & Debate è uno di quei lavori a cui bisogna proprio affibbiare l'antipatica etichetta di "opera giovanile": il talento di Karam e il suo grande orecchio per i dialoghi sono già qui in nuce, ma ci sono anche un eccesso di zelo un po' inconcludente e una voglia di strafare. Questa commedia drammatica, infatti, affronta una serie di tematiche complesse, ma ne tocca così tante che il tempo basta appena per accennarle senza mai arrivare a un vero sviluppo. Cybersex, gravidanze adolescenziali, coming out, molestie sessuali, le cosiddette "terapie di conversione" per omosessuali, le discriminazioni sessuali e razziali, le solite problematiche legate all'adolescenza, la depressione. In soli novanta minuti si riesce appena ad abbozzare una panoramica di queste problematiche, figuriamoci a trattarle con la profondità che richiedono.

Patsy Ferran, Douglas Booth e Tony Revolori


Speech & Debate sembra dilaniato dalle sue due anime, quella drammatica e quella comica: e se la prima è decisamente inconsistente, la seconda è riuscita brillantemente. Infatti, la commedia trova forza nelle sue splendide battute e nel sarcasmo dei suoi protagonisti. In particolare, il genio comico di Patsy Ferran (As You Like It) nel ruolo di Diwata dà anima alla serata, in uno di quei rari casi in cui il talento di un attore riesce a portare del materiale mediocre su tutt'altro livello. La sua è una performance luminosa, che unisce gli estremi della sagacia della ragazza con quelli dei suoi aspetti più tormentati: la solitudine, la mancanza di talento, la gravidanza indesiderata. La Diwata di Patsy è una di quelle esasperanti aspiranti attrici che sopravvalutano il proprio talento e arruolano i riluttanti amici in produzioni amatoriali, ma è anche una ragazza sola che tenta disperatamente di attaccarsi a qualcuno. Al di là dei limiti del testo, l'interpretazione di Patsy è un vero trionfo e la riconferma tra le giovani attrici più dotate del panorama teatrale londinese. Al regista Tom Attenborough, che non ha saputo far conciliare le due anime del testo, va comunque il merito di aver aiutato Patsy a tirare fuori il meglio dal suo personaggio.

Douglas Booth, Patsy Ferran e Tony Revolori

Il grande talento della Ferran è messo ulteriormente in risalto dal mediocre contributo dei suoi coprotagonisti maschili. Douglas Booth (PoshPride + Prejudice + Zombies) interpreta il misterioso Howie, ma la sua performance si limita a una serie di manierismi che ci ricordano che il suo personaggio è indiscutibilmente gay. Il personaggio che Booth delinea sarà anche simpatico, ma assolutamente inerme: i suoi tratti cesellati sono l'unico vero apporto alla commedia. Ma se Booth non fa abbastanza, Tony Revolori (Grand Budapest Hotel) compensa facendo troppo: la sua è la performance eccessivamente dettagliata di un attore dilettante, ogni battuta è accompagnate da una lunga serie di espressioni facciali, da svolazzi delle mani, da sospiri drammatici. Forse in un teatro più grande certe pecche sarebbero anche passate inosservate, ma in una sala grande come un soggiorno la recitazione deve essere tenuta sotto stretto controllo per non diventare sopra le righe. Completa il cast nel duplice ruolo di un'insegnante e una giornalista la brava Charlotte Lucas (Red Velvet).

In breve. Patsy Ferran illumina una commedia drammatica che, se non riesce ad essere incisiva, riesce almeno ad essere molto divertente.

½

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