giovedì 28 ottobre 2021

La Traviata alla Royal Opera House


È dal 1994 che l'elegante allestimento di Richard Eyre (Mary Poppins) viene riproposto regolarmente a Covent Garden e non è difficile capire il perché: non sono solo gli splendidi costumi e le belle scenografie ad aver reso questa messa in scena così amata e popolare, ma l'attenzione che Eyre – uno dei grandi registi teatrali britannici del secondo Novecento – mantiene sui legami tra tutti i personaggi. Non è solo l'amore tra Violetta e Alfredo ad essere messo sotto i riflettori, ma anche l'amore filiale tra Alfredo e Giorgio, e lo strano legame che si forma tra la protagonista e Germont. L'allestimento, semplice e classico, ha avuto i suoi alti e bassi nel corso delle oltre centocinquanta rappresentazioni svoltesi alla Royal Opera House, ma la prima di ieri sera si classifica decisamente tra le rappresentazioni più solide e di maggior successo.

Dopo aver trionfato nel ruolo al Metropolitan, Lisette Oropesa (Lucia di Lammermoor) porta la sua Violetta a Covent Garden per la prima volta e, a giudicare dall'ovazione durante la chiamata alla ribalta, non sono il solo ad essere rimasto colpito dal soprano cubano. Grazie alla sua splendida tecnica e grande impatto drammatico, la Violetta della Oropesa è un vero successo, sia nei momenti di maggior virtuosismo che in quelli più intimi. La sua Violetta sa sempre di morte, la malattia non è mai troppo lontana e per questo vive ogni momento con la passione di chi sa che potrebbe essere l'ultimo. Attaccata alla vita ma certa di doverla lasciare, questa Violetta raggiunge livelli davvero superbi nel terzo atto e il suo Addio del passato è tra i momenti più riusciti (e applauditi) della serata. È proprio nei dettagli che la Oropesa fa brillare la psicologia del personaggio e il proprio istinto drammatico, trasformando dei piccoli momenti (come quando canta al dottore "Non mi scordate" o, poco dopo, esplode in un "È tardi!") in pennellate indimenticabili con cui tratteggia con precisione e intelligenza il ritratto di Violetta.

Liparit Avetisyan e Lisette Oropesa nel primo atto

Al suo fianco il tenore armeno Liparit Avetisyan è un bravo Alfredo dalla voce limpida e dalla tempra giovanile: vocalmente è all'altezza della Oropesa durante i loro duetti, ma forse non la eguaglia sul piano della recitazione e i due non sembrano mai davvero innamorati. Ottimo il Germont di Christian Gerhaher, il noto interprete wagneriano che riveste il personaggio di grande umanità: se da un lato il suo Giorgio non assume mai quelle tinte più fosche portate in scena da altri interpreti, dall'altro Gerhaher rende il padre di Alfredo un personaggio estremamente reale e un vero e proprio protagonista della tragedia che si consuma in scena. Antonello Manacorda dirige l'orchestra senza colpi di testa e la partitura di Verdi viene resa in modo diretto a grande beneficio degli interpreti sul palco.

In breve. Un cast di alto livello riporta lustro a uno dei grandi classici del Covent Garden.

★★★★

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