giovedì 29 ottobre 2015

Piaf al Bridewell Theatre


Ieri sera sono andato a vedere la prima anteprima della nuova produzione del dramma più famoso di Pam Gems, Piaf, un'opera teatrale biografica che racconta la vita della celebre cantante francese.

Dall'esordio come cantante di strada fino alla celebrità internazionale, al declino e alla morte, Piaf ci regala un ritratto molto umano dell'artista, una persona fragile e instabile.

Questa nuova produzione diretta dal regista finlandese Jari Laakso evidenzia tutta la fragilità e i difetti di Piaf, fino a renderla una vera e propria eroica tragica (anche se capace di momenti esilaranti grazie alla sua lingua affilata). Il Bridewell offre uno spazio molto ristretto che crea un'atmosfera raccolta e un senso di unione tra pubblico e scena e Laakso è riuscito a sfruttare al meglio questo situazione, trasformando in più occasioni il pubblico del dramma nel pubblico dei concerti di Piaf. Semplice e funzionale la scenografia di Pippa Batt e davvero ottima la direzione musicale del pianista Isaac McCullough e della piccola orchestrina composta dai membri del cast che non sono impegnati a recitare al momento. Non deve essere stato facile trovare degli attori così dotati in vari campi!

Cameron Leigh è davvero fenomenale nel ruolo de "La Môme" Piaf: canta benissimo (e, per una buona volta, con un perfetto francese!) ed è capace di regalare momenti da brivido. Non dimenticherò tanto presto la scena in cui lei, dopo un ennesimo concerto fallimentare, crolla in ginocchio in preda a un attacco isterico. Molto buona la Toine di Samantha Spurgin e belle interpretazioni anche da parte del resto del cast: Valerie Cutko (Marlene Dietrich, Madeleine e infermiera), Kit Smith (Louis Leplee e altri), Max Gallagher (Louis e altri), Mal Hall (Marcel e altri; così così nel primo atto, molto bravo nel secondo) ed il simpaticissimo Maxime Yelle (Bruno e altri).


Il vero problema dello spettacolo, un problema che neanche il miglior cast tecnico e artistico potrebbe risolvere, è che il testo di per sé fa acqua da tutte le parti. Non riesce mai a creare una climax emotiva o un momento di grande tensione, i momenti della vita di Piaf risultano slegati e sconnessi e solo nel secondo atto si riesce ad intravedere un barlume di trama decente. Piaf è essenzialmente una cornice per le splendide canzoni dell'artista, presenti anche più del dovuto nel corso della rappresentazione: La vie en rose, Hymn to Love, L'accordeoniste, No Je Ne Regrette Rien e tante altre ancora, tutte indimenticabili e splendidamente eseguite.

Piaf non è certo un capolavoro, ma se volete passare una bella serata con ottima musica e bravi attori io ve la consiglio.

★★

Nessun commento:

Posta un commento