sabato 17 ottobre 2015

Farinelli and the King al Duke Of York's Theatre


La compositrice Claire van Kampen al suo debutto come drammaturga è riuscita a scatenare un grandissimo entusiasmo nel pubblico sin dal debutto di Farinelli and the King al Globe Theatre in febbraio. Un successo tale che, a sette mesi dalla sua prima rappresentazione, Farinelli ha debuttato anche nel West End - il quartiere dei teatri del cuore di Londra.

Il grande successo di critica e pubblico non è legato tanto alla scrittura della van Kampen, quanto più al genio del marito, il gigante Mark Rylance. E' un attore praticamente sconosciuto in Italia, ma per gli amanti del teatro è un nome da pronunciare con venerazione e rispetto. Acclamato interprete di tutti i grandi ruoli shakespeariani (non solo maschili), Mark Rylance si è scoperto eccezionale attore anche in opere moderne come Jerusalem, in cui aveva recitato con tale passione da venir salutato come la sua miglior performance di sempre... almeno fino ad oggi.

Farinelli and the King racconta del rapporto tra Filippo V di Spagna ed il cantante castrato Farinelli, star dell'opera nel XVIII secolo. Quando Filippo comincia a dare segni di un incipiente squilibrio mentale e di incapacità di continuare a regnare, la moglie Isabella Farnese supplica il grande cantante di recarsi alla corte di Spagna per cercare di curare il sovrano con la sua voce straordinaria. L'insolita terapia sembra funzionare, ma Filippo sviluppa una sorta di dipendenza per la voce di Farinelli e costringe il cantante a seguire lui e la regina nel bosco per un sogno bucolico... con grande sospetto dei ministri e della corte.

Farinelli and the King ci racconta di due uomini all'apice della fama e del potere, eppure frustrati ed infelici. Due re con una corona che non vorrebbero portare, traditi dalla famiglia e costretti a una vita che altri hanno voluto per loro: da una parte c'è Farinelli, fatto castrato dal fratello (il mediocre compositore Riccardo Boschi) ed esibito come un uccello raro su tutti i palchi d'Europa; dall'altra c'è Filippo, cresciuto a Versailles sotto l'egida del Re Sole e poi mandato a regnare in Spagna, un Paese arretrato che non offriva certo le possibilità di Parigi. Soffocati dalla vita, dalla famiglia, dagli obblighi e dall'etichetta Farinelli e Filippo cercano una via di fuga, abbandonare le scene e abbandonare la corona.

Melody Grove, Mark Rylance e Sam Crane

La piece di per sé non è niente di eccezionale: il primo atto è buono, nel secondo la trama si assottiglia a tal punto che in un paio di scene non ero più neanche sicuro di cosa stessi realmente vedendo. Ha qualche momento davvero buono, ma per il resto è soltanto il trampolino per le due vere attrattive della serata: la musica e Rylance. Partiamo dalla prima: il ruolo di Farinelli è "diviso in due", con un attore - l'ottimo Sam Crane - che interpreta il famoso castrato in tutte le scene e un cantante che dà voce al personaggio quanto canta le bellissime arie del periodo con cui si esibisce durante lo spettacolo (in particolare la struggente "Lascia ch'io pianga" di Handel). Nel ruolo di "Farinelli-Cantante" si alternano tre controtenori - il timbro di voce maschile che, pur essendo lontanissimo da quello dei castrati, più gli si avvicina - in diversi giorni della settimana: Iestyn Davies, Rupert Enticknap e Owen Willetts (nelle mie due visite ho visto Enticknap e Willetts, entrambi eccellenti). La voce del cantante, insieme alla musica dell'orchestra di strumenti d'epoca in scena, regala momenti di pura emozione. Su Mark Rylance c'è poco da dire: la sua performance non è fatta di virtuosismi ma di sfumature e la sua è la più alta forma di recitazione, quella che non si vede.

Molto buono anche il resto del cast, composto da Huss Garbiya (Dottor Jose Cervi), Melody Grove (Isabella Farnese), Colin Hurley (Metastasio) ed Edward Peel (De la Cuadra). A completare l'atmosfera di pensa la scenografia sapientemente creata da Jonathan Fenson, che ha voluto rievocale il clima di un teatro seicentesco con parte del pubblico sul palco e lo spazio scenico illuminato solo dalle candele.

Farinelli and the King è la storia di due solitudini che si incontrano e, pur non essendo un capolavoro, è capace di regalare grandi emozioni.

★★½

Nessun commento:

Posta un commento