giovedì 19 novembre 2015

Harlequinade / All On Her Own al Garrick Theatre

La nuova compagnia di Kenneth Branagh ha presentato, oltre allo stupendo Racconto d'Inverno, una serata con un doppio appuntamento con il commediografo Terence Rattigan: Harlequinade ed il monologo All On Her Own.

All On Her Own mette a nudo l'anima di Margaret Hodge, un'elegante e sofisticata signora dell'alta società che si interroga sulla morte del marito. Tornata già piuttosto alticcia da un party, Margaret comincia a parlare con il marito defunto e, dopo un ennesimo bicchiere di whisky, la donna è posseduta dallo spirito del caro defunto... o almeno lei crede che sia così, ma forse è solo ubriaca. Con il passare del tempo, Margaret cade sempre di più nella disperazione e comincia a interrogarsi sul ruolo che ha avuto nella misteriosa morte del marito: è stato un incidente o lo ha spinto al suicidio? 

All On Her Own era nato come monologo per la televisione nel 1968 ed era già stato adattato per la scena negli anni settanta, ma il nuovo mezzo mette in crisi i limiti del testo. Già fragile di suo, All On Her Own non brilla sulla scena e la mancanza di primi piani televisivi ribadisce l'inconsistenza del monologo. Zoë Wanamaker fa del suo meglio, ma neanche un'attrice del suo calibro può salvare qualcosa che fa più acqua del Titanic e il risultato finale della sua interpretazione riesce ad essere inconsistente quanto il testo. Certo, All On Her Own non annoia, ma forse perché dura solo venticinque minuti...

Zoë Wanamaker è Margaret in All On Her Own

All on Her Own crea uno strano contrasto con Harlequinade, una farsa davvero perfetta. Debuttata nel 1948, la commedia racconta dei coniugi Gosport, una celebre coppia di attori che - pur non essendo più esattamente adolescenti - continua a riscuotere successo in provincia con un Romeo e Giulietta decisamente sopra le righe. Come da copione, la prima dello spettacolo è messa in serio rischio da una serie di eventi disastrosi: Arthur Gosport riceve la visita inaspettata da una figlia che non sapeva di avere (già madre di un bambino, alla faccia di Romeo!) e scopre di essere ancora legalmente sposato con la madre della ragazza e quindi rischia di essere incriminato per bigamia; lo stage manager Jack ha portato la promessa sposa a conoscere la compagnia e cerca il coraggio di dire ai Gosport che dopo la prima lascerà la compagnia (il suocero è contrario al teatro); un attore decide di ritirarsi dalla scene per sempre perché si sente poco rispettato e il suo sostituto non riesce assolutamente e recitare decentemente quell'unica battuta; Dame Maude, la zia di Arthur, è una grande dame che fatica a restare al passo con il teatro moderno e annega i propri dispiaceri nell'alcol, incolpando l'Old Vic di tutte le disgrazie della sua vita. Immancabilmente, i problemi scoppiano come bolle di sapone e lo spettacolo si rivela un successo.

Harlequinade è una di quelle commedie che risultano fuffa sulla carta ma oro puro sulla scena: grazie a un ottimo cast (più o meno lo stesso del Racconto d'Inverno), lo spettacolo decolla in un momento e fa sognare il pubblico. Kenneth Branagh è un ottimo Arthur - forse perché il personaggio ricorda così tanto lo stesso Branagh - e la sua recitazione un po' sopra le righe che stonava così tanto con Winter's Tale qui è davvero azzeccatissima. La Wanamaker torna per il delizioso cameo nel ruolo di Dame Maude e si fa perdonare per il monologo di prima.

Tom Bateman, Miranda Raison e Kathryn Wilder

Hadley Fraser è esilarante nel ruolo del sostituto incapace (e che voce!) e altrettanto bravi sono John Shrapnel (George), Vera Chok (Miss Fishlock), Stuart Neal (il primo attore) e Ansu Kabia (Johnny). Eccellente Tom Bateman nel ruolo dello stage manager e davvero fenomenale, ancora una volta, Miranda Raison nel ruolo di Edna Gosport, la (seconda?) moglie di Arthur. La sua è la performance eterea e romantica di una diva sempre nel personaggio e come Edna calca il palco a passo di danza, tra ricordi di vecchie glorie e sogni di nuove.

Il contrasto tra le due opere non potrebbe essere più grande (soprattutto a svantaggio della prima), ma questo doppio appuntamento con Rattigan riesce a garantire un'ora intera di risate senza fine con un cast davvero impeccabile.

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