martedì 1 marzo 2016

The Maids ai Trafalgar Studios


Dopo quasi vent'anni di assenza, il famoso thriller teatrale di Jean Genet torna sulle scene londinesi. Protagoniste d'eccezione sono due star televisive di nuova generazione: la prima, inglesissima, è Laura Carmichael, Lady Edith di Downton Abbey; la seconda, americana, è Uzo Aduba, vincintrice di due Emmy per la sua eccellente interpretazione di Suzanne in Orange is the New Black.

Ispirato ad eventi realmente accaduti, The Maids racconta delle sorelle Solange e Claire al servizio di una ricca e affascinante signora. Il loro rapporto con la padrona è controverso e ambivalente: la amano e la disprezzano, la temono e l'adorano, ne sono gelose e la vorrebbero morta. Perché, per quanto la amino, comprendono che non si realizzeranno mai in nessun modo se non come serve, figure intercambiabili e solo vagamente presenti nel campo visivo della loro datrice di lavoro. All'inizio del dramma, le due serve scoprono che il fidanzato della padrona - che loro avevano fatto arrestare ingiustamente - viene scarcerato per mancanza di prove. La notizia getta nel panico Claire e Solange, consapevoli che il loro inganno verrà scoperto. Decidono quindi di uccidere la padrona per cominciare una nuova vita, ma accorgendosi di non essere in grado di eliminare una creatura che per loro è quasi divina, indirizzano la propria sete di vendetta l'una contro l'altra. 

The Maids è un testo complesso ed hegeliano sul rapporto servo-padrone, in cui Claire e Solange sono l'altra faccia della medaglia rappresentata dalla padrona. I loro sforzi per essere riconosciute come individui dotati di una propria unicità sono frustrati dalla loro stessa adorazione per la padrona: quando la donna è assente, le sorelle ne indossano gli abiti e mettono in scena una visione distorta della loro realtà, in cui una interpreta la padrona e l'altra interpreta l'adorante sorella. E' un dramma molto denso, forse troppo per il suo stesso bene. Arricchito con il vizio francese della filosofia, The Maids presenta scene agghiaccianti, ma anche altre verbose e ripetitive, in un continuo cambio di toni tra momenti spasmodici e altri semplicemente noiosi.  


A rendere al meglio questo capolavoro imperfetto ci pensano le tre protagoniste, impeccabilmente interpretate dalle rispettive attrici. Uzo Adubo è una straordinaria Solange e il suo monologo finale, in cui fa esplodere i sentimenti repressi in anni di umiliante servizio, è semplicemente mozzafiato: come riesce a farlo otto volte a settimana è un mistero. Certo, in alcuni momenti la sua performance sembra riprendere tratti e movenze della sua Suzanne di Orange is the New Black, ma dato che i due personaggi sono simili sotto alcuni aspetti non c'è niente di male: se sai fare qualcosa bene, perché non farlo? Laura Carmichael interpreta una padrone che sicuramente non è cattiva, ma totalmente indifferente alle sue serve: a volte le vizia, ma più spesso se ne dimentica. La sua breve apparizione sulla scena dà il vero avvio al dramma e la Carmichael lo fa con l'autorevolezza imparata a Downton. Zawe Ashton rischierebbe di scomparire nel confronto con le talentuose star televisive, ma invece ruba la scena nel delineare una Claire che, come la padrona, è capace di momenti di volubilità ma anche di altri di grande lucidità.

Un po' come il testo, la regia di Jamie Lloyd oscilla tra l'acuto ed il pacchiano: certe scene sono dirette alla perfezione, in altre ricorre a luci forti e musica assordante per ribadire cose che il testo afferma già con una certa ridondanza. Molto bella la scenografia, la gabbia dorata/ring in cui si consuma la lotta per l'affermazione.

The Maids è un flawed masterpiece che tocca apici di tensione mozzafiato e di ripetitività, ma la grande prova di recitazione delle tre attrici tiene il pubblico incollato alla poltrona anche quando il testo lo farebbe scappare via.

½

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