giovedì 18 febbraio 2016

Red Velvet al Garrick Theatre


La Kenneth Branagh Theatre Company ha appena messo in scena al Garrick Theatre Red Velvet, l'opera teatrale più nota della drammaturga inglese Lolita Chakrabarti.

Londra, 1833. Quando il mostro sacro Edmund Kean collassa sul palco, l'impresario Pierre Laporte decide di assumere il giovane attore afroamericano Ira Aldridge per sostituirlo nei panni di Otello. La compagnia teatrale di Covent Garden apprezza molto il giovane attore, con il suo stile naturalista e appassionato, e il pubblico gli tributa un'ovazione dopo la prima. Ma alla critica non piace: le labbra spesse degli uomini di colore non sono adatte a recitare Shakespeare, l'irruenta violenza di Otello è scambiata per quella di Ira, i tratti di un nero non piacciono tanto quanto quelli di un bianco con del lucido da scarpe in faccia. E, mentre in parlamento si discute per abolire la schiavitù nei domini britannici, la vera tragedia di Ira si consuma fuori dalle scene.

Partiamo dalle cose buone: il cast. Red Velvet si avvale di un cast di nove membri, tutti molto bravi e a loro agio nel proprio ruolo. Ayesha Antoine è la fidata serva Connie, il bravo Simon Chandler è Bernard Warde, il sostituto di Iago, Alexander Cobb è il simpatico attor giovane della compagnia, Mark Edel-Hunt è un ottimo Charles Kean (figlio di Edmund e rivale di Ira per il ruolo di Otello), Emun Elliott è un elegante produttore Laporte e Caroline Martin e Amy Martin completano il cast nei ruoli minori. Charlotte Lucas è una bravissima Ellen Tree, la primadonna della compagnia e Desdemona nell'Otello. La sua elegante performance spazia dalla sorpresa nella prima volta che vede Ira, allo stupore, all'apprezzamento e all'affetto. 

Adrian Lester è monumentale nel ruolo di Ira, la sua performance è possente e appassionata. Vederlo parlare dei suoi umili esordi in un teatro improvvisato, con le lacrime che gli riempono gli occhi e la voce che si incrina è stato davvero da brivido. Lester torreggia su tutti gli altri attori sul palco e questa sua massiccia presenza fisica si riflette sulla sua interpretazione, sul suo essere un grande in mezzo a tante persone con la mentalità ristretta. Una scena completamente devastante è stata l'ultima, ambientata trent'anni dopo il debutto a Londra, mentre si prepara ad interpretare Re Lear tingendosi il volto di bianco per assomigliare a un europeo. Le lentezza dei suoi movimenti, il dolore in ogni mano di trucco, la disperata necessità di diventare qualcun altro per poter fare ciò che ama: tutte queste sfumature rendono la performance di Lester unica e indimenticabile.

Adrian Lester

Il testo, purtroppo, non è all'altezza del cast. Per carità, ci sono dei bei momenti, come quando la compagnia incontra Ira per la prima volta (Ellen credeva che quando le recensioni dicevano che era nero alludessero al suo umore) e la mattina dopo la prima. Ma, per il resto, il dramma sembra ondeggiare da un punto all'altro senza particolare convinzione, bloccato in una struttura in due atti rigidamente tripartita. Una scena del secondo atto, per esempio, è semplicemente troppo lunga: un dialogo tra Ira e Pierre che sembra essere più che altro un susseguirsi di monologhi, una scena che vorrebbe essere il cuore dell'opera ma risulta troppo verbosa.

Con un cast di ottimo livello, Red Velvet racconta una storia importante che avrebbe meritato di essere raccontata meglio.

½

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