giovedì 11 febbraio 2016

Hand to God al Vaudeville Theatre


Hand to God è una delle ultime gemme del teatro di prosa di Broadway e una delle poche commedie a venire da New York a Londra e non viceversa. Debuttato a Broadway nell'aprile del 2015, Hand to God è rimasta in cartellone per più di trecento repliche ed è valsa la candidatura a un prestigioso Tony Award al suo autore, Robert Askins.

Cypress, Texas. Jason è uno studente timido e curioso che trova una valvola di sfogo per la sua creatività in un corso per burattinai nella chiesa locale. Con un vecchio calzino, Jason realizza un pupazzo, Tyrone, che però sviluppa una propria personalità via sia sempre più violenta e crudele. E, mentre l'influenza di Tyrone su Jason cresce di minuto in minuto, Hand to God affronta i temi della fragile natura della fede, della morale e dei nostri vincoli etici.

Hand to God è una delle migliori commedie che ho visto negli ultimi anni, assolutamente esilarante e profonda, dissacrante e geniale. Il modo in cui esplora il rapporto madre-figlio, il superamento del lutto (il padre di Jason è morto da sei mesi), i sentimenti contrastanti di un adolescente, le frustrazioni di una donna non più giovane che si ritrova senza marito e con un figlio problematico, i dubbi di un pastore di mezz'età che vorrebbe qualcuno con cui condividere la propria vita è davvero unico e originale. E poi c'è il dubbio di fondo: Tyrone è davvero il diavolo o una parte della personalità scissa di Jason, la parte in cui il ragazzo ha riversato tutta la rabbia, la solitudine e il dolore?

La scrittura do Askins è densa e irriverente, mira al cuore di ognuno dei suoi personaggi e ne esplora la natura con ironia e sensibilità. Harry Melling (Harry Potter) è semplicemente fenomenale nel ruolo di Jason/Tyrone: non solo è bravissimo nel ruolo del goffo adolescente, ma è anche talmente abile a manovrare il pupazzo da farti dimenticare che è solo un oggetto di stoffa. Il modo in cui la sua voce cambia quando parla come Jason e quanto parla come Tyron dimostra doti recitative tutt'altro che comuni, specialmente considerando che anche quando parla come Tyron le sue espressioni facciali e il linguaggio del corpo sono quelle di un timido ragazzo spaventato che sta comunicando con un'entità presumibilmente demoniaca. La sua è una performance dinamica e potente, un vero tour de force per un attore.

Altrettanto brava è Janie Dee (Kings of Broadway) nel ruolo di Margery, la mamma di Jason. A sei mesi dalla morte del marito, Margery riempe le proprie giornate insegnando ai ragazzi della chiesa come manovrare burattini e si ritrova inaspettatamente oggetto dell'amore del pastore e della passione di Timothy, uno dei ragazzi. Janie porta alla luce magnificamente tutte le sfaccettature del suo personaggio, la devota cristiana, la donna in crisi, la madre disperata, la vedova con i sensi di colpa, la ninfomane repressa. Forse anche più di Jason, è Margery quella con le due personalità: la facciata della casalinga e madre perfetta e la natura più intima della crisi umana e spirituale, del desiderio soffocato e del bisogno di qualcosa di più grande.

Jason (Harry Melling), Tyrone e Jessica (Jemima Rooper)

E il resto del cast non è affatto da meno. Jemima Rooper (Kinky Boots, One Chance - L'opera della mia vita) è una bravissima Jessica, l'adolescente dalla lingua tagliente di cui Jason è segretamente innamorato. La Rooper è esilarante nella parte e sorprende il pubblico con un'inaspettata carica erotica nel secondo atto, quando cerca di placare Tyone facendolo accoppiare con la sua marionetta, la procace Jolene. Neil Pearson è un ottimo Pastore Greg, il pacato sacerdote che si trova all'improvviso a fronteggiare un presunto  caso di possessione demoniaca. Pearson è un bravo attore e riesce a portare abilmente in scena l'anima del pastore, combattuta tra problemi spirituali e altri più pragmatici, innamorato e deluso da Margery e dall'intera comunità. Il bravissimo Kevin Mains completa il cast nel ruolo di Timothy, il ragazzo scorbutico e prepotente innamorato di Margery. Nascondendo sotto una patina di aggressività problemi come l'alcolismo della madre, Timmy riversa su Margery una passione travolgente e un amore tenero, che la donna userà a proprio vantaggio. E Mains è davvero grande in questo ruolo: Anche se è una parte secondaria, la sua interpretazione non ha nulla da invidiare a quelle di Melling o di Janie Dee.

Hand to God è un vero miracolo teatrale, una di quelle produzioni speciali in cui testo, cast e regia (ottima, firmata da Moritz Von Stuelpnagel) collaborano alla perfezione per creare qualcosa di unico e magico, qualcosa che non dimenticherò tanto presto.

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