Road Show all'Union Theatre
Road Show è l'ultimo lavoro del geniale compositore statunitense Stephen Sondheim, frutto di una lunga e travagliata gestazione durata quasi dieci anni. Dopo essersi chiamato Bounce, Gold! e Wise Guy, Road Show ha debuttato nella sua forma definitiva a New York nel 2008, prima di approdare a Londra nel 2011. A quattro anni dal debutto inglese, Road Show è tornato sui palchi del fringe in un nuovo allestimento di Phil Willmott in scena all'Union Theatre fino al 5 marzo.
Spronati dal padre nel suo letto di morte, i fratelli Addison e Wilson Mizner si uniscono agli avventurieri della corsa dell'oro in cerca della loro fetta di fortuna. Mentre Addison lavora alacremente, Wilson guadagna una piccola fortuna al gioco e cede i diritti della miniera per una cifra ridicola. Furioso, Addison lascia il fratello in cerca della propria fortuna, non sapendo che le loro strade sono destinate e incrociarsi nuovamente. Dopo aver raggiunto il successo come architetto in Florida e aver trovato l'amore (l'aspirante mecenate Hollis Bessemer), Addison riceve l'inaspettata visita di Wilson, caduto in disgrazia, che gli propone un nuovo, ambizioso progetto: acquistare un lembo di terra e costruire una città, Boca Raton. Le cose vanno bene per un po', ma poi Wilson si abbandona alla sua vena più disonesta e comincia a pubblicizzare Boca Raton con trovate sempre più ingannevoli, questa volta con l'aiuto di Addison. La disonestà dell'amato obbligherà Hollis a chiudere i rubinetti e a lasciare Addison. Da soli, furiosi e di nuovo in rovina, i fratelli Mizner cercheranno un'altra opportunità per raggiungere il loro American Dream, consapevoli del fatto che - tra amore e odio - la loro vita non sarà mai completa senza l'altro.
Road Show è un musical che, nonostante il buon libretto di John Weidman e i raffinati versi di Sondheim, semplicemente non decolla: certo, si capisce quando la vicenda tocca il suo apice narrativo ed emotivo, ma penso che pochi spettatori si siano sentiti davvero coinvolti. La colonna sonora davvero non aiuta, a parte "Gold!" e "The Best Thing That Ever Has Happened" poche canzoni rimangono impresse. Con questo non voglio dire che sia un lavoro scritto male, anzi, il suo difetto principale è forse un'impeccabilità stilistica che lascia poco spazio ai sentimenti: non è arido, ma è poco personale... e per una biografia non è certo un buon punto di partenza.
Howard Jenkins è Addison Mizner
Il cast è di tutto rispetto: Howard Jenkins è un bravo Addison, dolce e romantico, trascurato dalla madre e ansioso di ricevere la propria fetta di attenzioni e amore; è il personaggio per cui tutti tifano e Jenkins lo interpreta con calore e una bella voce. L'opportunista e manipolatore Wilson si avvale delle fattezze e della potente voce di Andre Refig, che riesce a trasformare il personaggio in una simpatica canaglia. Molto bravo Steve Watts nel ruolo di Papà Mizner, il personaggio che dà la stura agli aventi e agisce come una sorta di silenzioso narratore, sempre presente e vigile; il personaggio si trasformerà nell'anziano Addison che scrive le proprie memorie. Joshua LeClaire presta il fisico minuto e l'ottimo timbro tenorile a un Hollis Bessemer un po' carente sul piano recitativo; molto ben riuscita la Mamma Mizner di Cathryn Sherman. Davvero ottima la compagnia, che si barcamena agilmente tra un ruolo e l'altro.
Road Show è uno spettacolo intelligente e ben fatto che si interroga sul rapporto da fratelli, la famiglia, l'etica del lavoro ed il sempre presente Sogno Americano, ma un po' più di sentimento non avrebbe fatto alcun male a questo musical.
★★★½
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