Mrs Henderson Presents al Noël Coward Theatre
Dopo un certo periodo di prova a Bath, il musical Mrs Hendersen Presents - tratto dal film di Stephen Frears Lady Henderson Presenta - ha appena debuttato nel West End, con una colonna sonora di George Fenton e Simon Chamberlin, versi di Don Black e libretto di Terry Johnson.
Alla vigilia della seconda guerra mondiale, l'eccentrica vedova Laura Henderson acquista il Windmill Theatre di Londra per mettere in scena un ambizioso progetto, una versione inglese del Moulin Rouge. Ma, per motivi di censura, le ragazze possono apparire nude sulla scena solo se restano completamente immobili e spacciano la loro performance per una sorte di tableau vivant. Allo scoppio della guerra, lo spettacolo della signora Henderson e del burbero direttore artistico, il signor Vivian Van Damm, è ancora un successo, ma i bombardamenti a tappeto su Londra portano lo show sull'orlo del baratro...
Lo devo ammettere, Lady Henderson presenta è una delle mie commedie preferite. Vuoi perché adoro Stephen Frears, vuoi perché Judi Dench è la mia attrice preferita, vuoi perché è una commedia esilarante e a tratti toccante. Quindi immaginatevi la mia delusione dopo aver visto lo spettacolo! Il musical è, in una parola, blando. Il secondo atto, in particolare, soffre di grossi tagli della trama originale: due eventi significativi sono stati omessi, tra cui la morte di uno dei protagonisti e un magnifico discorso di Mrs. Henderson sul perché ha voluto gettarsi a capofitto in questo tipo di impresa. Queste assenze si fanno pesare, dato che eliminano un qualsivoglia arco drammatico o sviluppo emotivo all'interno dello show. Per compensare le lacune drammaturgiche, qualcuno ha pensato bene di aggiungere un nuovo personaggio, una storta di clown/comico da burlesque con un repertorio già trito ai tempi della vera Mrs. Henderson. L'antipatia del pubblico per questo personaggio è palpabile, è davvero un trionfo di occasioni mancate: nella penultima scena il clown chiede un applauso del pubblico e solo una dozzina di persone hanno battuto le mani... davvero imbarazzante. Per non parlare del fatto che ogni tanto il clown si occupava di sintetizzare eventi che non accadevano in scena a spiegare il contesto storico (del resto si sa, con tutte le volte che Londra è stata bombardata è importante ricordare che quella volta la colpa era dei nazisti...).
Il primo atto scivola e va senza che nessuna canzone abbia lasciato il segno, se non (forse) il penultimo numero, in cui Vivian (ebreo) commenta l'ascesa del nazismo. Il numero che conclude il primo atto, un inno all'indomabilità del Regno Unito, ha scatenato una reazione più entusiasta nel tiepido pubblico, ma sospetto che fosse più patriottismo che apprezzamento. Il secondo atto è emotivamente più denso, ma drammaticamente anche meno coeso del primo. C'è una bella canzone di Maureen, la primadonna dello spettacolo, e poi un caotico numero che assicura il pubblico che il Windmill non chiuderà mai. Sipario.
Il grosso, grosso problema dello spettacolo è da imputare al team creativo: i due compositori (mai un buon segno) hanno scritto una colonna sonora che non è certo brutta, ma nemmeno memorabile o incisiva. Ogni canzone segue la precedente, sono funzionali ma nulla di più. Il libretto sembra scritto da qualcuno che non ha la minima idea di come tenere in piedi uno spettacolo e quando la struttura è fragile niente può davvero funzionare.
Il cast non è neanche male, ma non può certo salvare lo show dalla povertà del contenuto. Ian Bartholomew è un solido Vivian, ma il suo personaggio è forse quello che soffre di più della piattezza del libretto: Bartholomew fa quello che può e lo fa piuttosto bene. Emma Williams offre la performance migliore della serata nel ruolo di Maureen, la ragazza acqua e sapone che diventa la star inaspettata del varietà. La Williams ha una voce fantastica che sfoggia nell'unica bella canzone dello spettacolo, "If Mountains Were Easy To Climb", ed è anche un'ottima attrice. Il suo personaggio è l'unico ad affrontare una crescita emotiva e personale ed Emma ricopre il ruolo con grazia e competenza; il problema del materiale si fa sentire di nuovo, se il testo fosse stato un po' più ispirato anche la performance di Emma avrebbe potuto essere più memorabile. Jamie Foreman è Arthur il clown e di lui meno si parla, meglio è. Samuel Holmes è Bertie, l'unico uomo della compagnia di Mrs. Henderson: il suo personaggio è un concentrato di stereotipi, ma Holmes è bravo e simpatico. Lo stesso vale per il Lord Cromer di Robert Hands, costretto ad essere il protagonista del peggior numero di tutto lo spettacolo. Matthew Malthouse è un bravo e tenero Eddie, l'amore di Maureen, recita, canta e balla bene, ma il personaggio è piatto come tavola e, di nuovo, non c'è niente che l'attore possa fare per brillare.
Alla vigilia della seconda guerra mondiale, l'eccentrica vedova Laura Henderson acquista il Windmill Theatre di Londra per mettere in scena un ambizioso progetto, una versione inglese del Moulin Rouge. Ma, per motivi di censura, le ragazze possono apparire nude sulla scena solo se restano completamente immobili e spacciano la loro performance per una sorte di tableau vivant. Allo scoppio della guerra, lo spettacolo della signora Henderson e del burbero direttore artistico, il signor Vivian Van Damm, è ancora un successo, ma i bombardamenti a tappeto su Londra portano lo show sull'orlo del baratro...
Lo devo ammettere, Lady Henderson presenta è una delle mie commedie preferite. Vuoi perché adoro Stephen Frears, vuoi perché Judi Dench è la mia attrice preferita, vuoi perché è una commedia esilarante e a tratti toccante. Quindi immaginatevi la mia delusione dopo aver visto lo spettacolo! Il musical è, in una parola, blando. Il secondo atto, in particolare, soffre di grossi tagli della trama originale: due eventi significativi sono stati omessi, tra cui la morte di uno dei protagonisti e un magnifico discorso di Mrs. Henderson sul perché ha voluto gettarsi a capofitto in questo tipo di impresa. Queste assenze si fanno pesare, dato che eliminano un qualsivoglia arco drammatico o sviluppo emotivo all'interno dello show. Per compensare le lacune drammaturgiche, qualcuno ha pensato bene di aggiungere un nuovo personaggio, una storta di clown/comico da burlesque con un repertorio già trito ai tempi della vera Mrs. Henderson. L'antipatia del pubblico per questo personaggio è palpabile, è davvero un trionfo di occasioni mancate: nella penultima scena il clown chiede un applauso del pubblico e solo una dozzina di persone hanno battuto le mani... davvero imbarazzante. Per non parlare del fatto che ogni tanto il clown si occupava di sintetizzare eventi che non accadevano in scena a spiegare il contesto storico (del resto si sa, con tutte le volte che Londra è stata bombardata è importante ricordare che quella volta la colpa era dei nazisti...).
Tracie Bennett
Il primo atto scivola e va senza che nessuna canzone abbia lasciato il segno, se non (forse) il penultimo numero, in cui Vivian (ebreo) commenta l'ascesa del nazismo. Il numero che conclude il primo atto, un inno all'indomabilità del Regno Unito, ha scatenato una reazione più entusiasta nel tiepido pubblico, ma sospetto che fosse più patriottismo che apprezzamento. Il secondo atto è emotivamente più denso, ma drammaticamente anche meno coeso del primo. C'è una bella canzone di Maureen, la primadonna dello spettacolo, e poi un caotico numero che assicura il pubblico che il Windmill non chiuderà mai. Sipario.
Il grosso, grosso problema dello spettacolo è da imputare al team creativo: i due compositori (mai un buon segno) hanno scritto una colonna sonora che non è certo brutta, ma nemmeno memorabile o incisiva. Ogni canzone segue la precedente, sono funzionali ma nulla di più. Il libretto sembra scritto da qualcuno che non ha la minima idea di come tenere in piedi uno spettacolo e quando la struttura è fragile niente può davvero funzionare.
Il cast non è neanche male, ma non può certo salvare lo show dalla povertà del contenuto. Ian Bartholomew è un solido Vivian, ma il suo personaggio è forse quello che soffre di più della piattezza del libretto: Bartholomew fa quello che può e lo fa piuttosto bene. Emma Williams offre la performance migliore della serata nel ruolo di Maureen, la ragazza acqua e sapone che diventa la star inaspettata del varietà. La Williams ha una voce fantastica che sfoggia nell'unica bella canzone dello spettacolo, "If Mountains Were Easy To Climb", ed è anche un'ottima attrice. Il suo personaggio è l'unico ad affrontare una crescita emotiva e personale ed Emma ricopre il ruolo con grazia e competenza; il problema del materiale si fa sentire di nuovo, se il testo fosse stato un po' più ispirato anche la performance di Emma avrebbe potuto essere più memorabile. Jamie Foreman è Arthur il clown e di lui meno si parla, meglio è. Samuel Holmes è Bertie, l'unico uomo della compagnia di Mrs. Henderson: il suo personaggio è un concentrato di stereotipi, ma Holmes è bravo e simpatico. Lo stesso vale per il Lord Cromer di Robert Hands, costretto ad essere il protagonista del peggior numero di tutto lo spettacolo. Matthew Malthouse è un bravo e tenero Eddie, l'amore di Maureen, recita, canta e balla bene, ma il personaggio è piatto come tavola e, di nuovo, non c'è niente che l'attore possa fare per brillare.
Emma Williams
Arriviamo ora al cuore dello show, Mrs. Henderson, interpretata dalla veterana del West End Tracie Bennett (Kings of Broadway). Ora, Tracie è un'attrice di prima categoria, un'ottima cantante e un'eccellente interprete di ogni lavoro in cui abbia mai recitato: le sue performances indimenticabili le hanno portato il successo sui palchi di Londra e Broadway, ha vinto due Laurence Olivier Award, un Drama Desk ed è stata candidata ad altri premi importanti, tra cui il Tony Award. Gli inglesi hanno una parole per quello che è successo a Tracie Bennett in questo musical: "miscast", l'attrice sbagliata per il ruolo sbagliato. Non so se la colpa sia sua o della regia (mediocre, di Terry Johnson), ma il suo personaggio è tutto quello che Mrs. Henderson non dovrebbe essere. Laura Henderson era una facoltosa e raffinata vedova, una donna straordinariamente intraprendente e avanti coi tempi, ma anche una madre che aveva perso il suo unico figlio durante la Prima Guerra Mondiale. Judi Dench la interpretava con la classe che la contraddistingue, ma anche con una esilarante vena caustica. Tracie, complice il libretto, interpreta il personaggio come se fosse la tenutaria di un postribolo: con il suo accento cockney e i modi bruschi, la sua Mrs. Henderson è tutto tranne che una lady. Senza tirare in ballo il fatto che ora la voce sembri la pubblicità sui rischi del fumo sulla salute, la Laura di Tracie non trova mai un'occasione per brillare e questo Mrs. Henderson Presents diventa un treno su binari sbilenchi purtroppo privato di una locomotiva salda.
Ora, per essere giusto, bisogna riconoscere al musical i propri meriti. Le scene di nudo sono fatte con buon gusto e garbo, senza calcare i toni, ma presentate con naturalezza e semplicità. E questa davvero non è un'impresa da poco, bisogna riconoscerlo. Tuttavia, Mrs. Henderson Presents è un esempio di come un team creativo inesperto possa rovinare una bella storia con mosse maldestre e deludenti, riducendo quello che poteva essere il musical dell'anno in un vero e proprio flop.
★★½
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